Biografia

 

Claudio Cargiolli

Nasce a Ponzanello nel 1952, piccolo borgo nei pressi di Fosdinovo (Massa Carrara). Ha frequentato il Liceo Artistico e poi in seguito l’Accademia di Belle Arti di Carrara, città dove vive e lavora. Fin dall’inizio, curioso, libero, privilegia l’immaginazione e la fantasia, lontano da ogni concessione alle mode, ma sempre attento e rigoroso nel ricercare la buona pittura e nello sperimentare le antiche tecniche e gli artifici pittorici a lui più congeniali. Giovanissimo partecipa dal 1968 in poi, a numerose rassegne di pittura. La sua prima mostra personale si colloca nel 1971, presso la galleria “Fillungo” di Lucca, curata dal Critico e grande storico dell’Arte Pier Carlo Santini, che lo seguirà per molti anni nella sua ricerca artistica. Con queste precoci esperienze , continua il suo percorso fino a diplomarsi all’Accademia nel 1974. La pittura di quegli anni, di formazione, di ricerca, di sperimentazione, si caratterizza con una produzione dominata da soggetti enigmatici, figure dai volti cancellati e composte per frammenti. Dal 1983 e negli anni a seguire, Cargiolli riesce ad assegnare ordine alle sue visioni e forma ai suoi sogni, la pittura prende a consolidarsi proprio nella misura in cui i volumi ,le forme e gli oggetti, si collocano sulla tela in un racconto fantastico. Gli accostamenti al limite dell’incongruenza fra scene, visioni e descrizioni diverse, concorrono alla costruzione di una realtà metafisica, soffusa di poesia, irreale e tuttavia rasserenante, pur nella sua impossibilità. Tale processo di ricerca e lavoro si incrementa e si concretizza dalla seconda metà degli anni 80; da quel periodo inizia , infatti la collaborazione con la galleria Forni di Bologna e il ciclo di esposizione di alto prestigio in Italia ed all’Estero. Da segnalare fra le numerose mostre personali e partecipazioni collettive,le antologiche svoltesi a Palazzo Ducale di Massa e Palazzo Ducale di Urbino. Oggi Cargiolli, nel suo incessante perfezionarsi, compone immagini sempre meno affollate, immagini ad alta definizione, trasognate, pure, atemporali, destinate ad un colloquio privato, fino a condensarsi in una tenerezza di affetti che sono degli autentici atti d’amore.

Della sua opera si sono occupati fra gli altri:

E. Abbozzo, D.Ambrosio, M.A. Baitello, R. Bavastro, F. Basile, F. Battolini, L. Bernardi, M. Bertozzi, O. Biagioni, A. Bosica, D. Carlesi, G.M. Carli, E. Carli, M. Cattafesta, M. Corradini, O. De Bernardi, M. Di Capua, A. Dragone, R. Fabrizio, G. Faccenda, R. Farroni, T. Forni, D. Garofalo, G. Gigliotti, C. Giumelli, W. Gorny, P. Levi, R. Magrini, N. Micieli, A. Mistrangelo, C. Orlando, T. Paloscia, E. Prayer, M. Rocchi, U. Russo, P.C. Santini, G. Scalco, V. Sgarbi, L. Strozzieri, R. Tabozzi, R. Valerio, G. Zaza.


Alcuni giorni fa, mi è stato chiesto di scrivere una mia nota autobiografica utile a comprendere le motivazioni che mi hanno indotto a intraprendere l’attività di pittore. Sono nato a Ponzanello, piccolo borgo di mezza montagna e per questo eternamente grato a mia madre e mio padre. Mi ritengo molto fortunato. Ho ascoltato fin da bambino il silenzio incantato del bosco con i suoi leggeri rumori, il canto primaverile degli uccelli trasformato in suadenti, intriganti armonie e le voci a me più care registrate su di un nastro indelebile conservato gelosamente nel profondo del mio cuore. Ho annusato l’umido muschio invernale appena raccolto per allestire il presepe, conservo nelle narici il profumo dell’erba appena recisa stesa al sole per diventare fieno e l’odore pungente di stalla dove ero solito nascondermi giocando con gli altri bambini. Ho toccato con mano incerta la soffice lana di piccoli agnelli, accarezzato le piume gialle di minuscoli pulcini appena nati, messi ad asciugare vicino al fuoco del caminetto e sfiorato gli orditi e i morbidi tessuti stesi sul tavolo da sarta di mia sorella Valeria. Ho succhiato il nettare del glicine in fiore, assaporandone la fragranza, gustato le aspre ciliegie amarene, le piccole dolcissime fragole di bosco e sorseggiato il candido latte schiumoso appena munto. Mi sono immerso in meravigliosi colorati tramonti, ho cavalcato i colori dell’arcobaleno e danzato nel turbinio della polvere accesa da un raggio di sole entrato nella stanza, così da trasformarla in infiniti corpuscoli rifulgenti. Mi auguro con tutto il cuore, che questi frammenti di vita, importanti per la mia formazione di uomo, possano essere anche utili per cogliere l’essenza del mio lavoro di pittore.

Claudio Cargiolli