Antologia Critica

…tutti gli oggetti diventano incarnazione della fantasia, sicchè alla fine tutto appare frutto di inventiva, di estro, di spunti, di trovate anche, inesauribili. Rimangono esclusi dal mondo di Cargiolli il senso del comune, il plausibile, le catene logiche, regole consolidate, leggi fisiche e di natura. Già un’altra volta dissi che impresa e fatica vana sarebbe stata quella di cercare significati reconditi entro queste favole raccontate senza malizia, autenticamente semplici e serene…

Pier Carlo Santini (1991)


…Un’impressione di felicità, di divertimento, un’intensa approvazione, insomma, hanno solitamente determianto in me i quadri di Claudio Cargiolli. Ho pensato che potevo aggiungere un nome alla rarefatta costellazione di surrealisti italiani: curiosi, liberi, intimamente festosi; certi, senza bisogno di prove, che se la vita è un sogno, la pittura è un gioco…. I suoi quadri sono idilli, idilli fantastici, ma costantemente legati alla visione della natura, natura che, prima di Cargiolli, prima non c’era… Provate adesso a guardare fuori dalla vostra finestra: comincerete a vedere gli alberi, le case, i fiori e, vicino a loro, scale barcollanti, tralicci fino alle nuvole, tutto più ampio, arioso, più semplice. State cominciando a vedere ciò che credevate di conoscere con gli occhi di Cargiolli…

Vittorio Sgarbi (1992)


…ho pensato che la chiave di lettura, una delle tante, fosse nel titolo curioso di un quadro che dice “cinque uova ma la sesta non c’è”. Molti quadri di Cargiolli fanno pensare a qualcosa che era lì poco prima, ma adesso non c’è più, a una realtà non di “cose” ma di “tracce di cose” sparite. La conchiglia senz’ombra è posata sul ciglio di un cratere pronto a inghiottirla. La coccinella gigante è già calata nel vuoto oscuto nella tomba… Le lune di Cargiolli invece sono lune sempre pronte a svanire, poichè, avendo la gobba a levante, sono tutte lune calanti pronte a restare per un attimo ferme, per poi sparire, in qualche anfratto di cielo…

Giorgio Scalco (1995)


…Cargiolli è un affabulatore gentile che conduce per mano verso pianeti sconosciuti quanto affidabili, perchè la sua sconfinata fantasia non è reinvenzione di molti punti fermi della nostra vita di tutti i giorni. E allora ci si avvicina con gaia malinconia ai fiori che invano cercheremmo al mercato o sull’enciclopedia a dispense che crescono abbondanti nel giardino esclusivo di cui egli  solo ha la chiave… Sono i miracoli di un artista, di un poeta raro, di un generoso fabbricante di illusioni a cui, per le emozioni che generosamente regala, non c’è che da dire grazie…

Romano Bavastro (1998)


…entrando nello studio del nostro si lasciano all’esterno le desolate realtà del quotidiano e ci si immerge in quella latitudine dei sogni in cui l’artista ama vivere. I suoi sogni lentamente assumono nelle tele e tavole forme e colori sino alla completezza dell’immagine. Il linguaggio, pur inevitabilmente influenzato dal nostro tempo, non deroga dalle regole canoniche della pittura, come fosse scrittura soggetta alla giustezza dell’ortografia, della grammatica e della sintassi. La materia poi è sempre sontuosa e nel guardare le sue opere ci si rasserena e si ha godimento spirituale. A volte sono favole dipinte…

Tiziano Forni (2001)


…condotta con leggerezza e puntualità esecutiva, senza nessuna pedanteria mimetica e tuttavia con vivezza annotativa dei dettagli e un colore che naturalmente trapassa dai mezzi toni assorbiti ai timbri acuti, a tessitura pittorica induce un senso di sospensione e, insieme, d’insorgenza emotiva nell’ammaliato osservatore. Il quale riconosce nell’immagine una propria visione, e meglio diremmo un’affabulazione se si considera che lo schermo così, splendidamente animato, su cui appaiono oggetti trasfigurati di comune accezzione, funziona come un luogo protettivo, e dunque un’esaltazione monumentale dell’immaginario privato…

Nicola Micieli (2002)


…una volontà che va a determinare un risultato fondato e costruito sulle basi di una spazialità e di una luce del tutto “inventati e immaginari”, che si librano leggeri e liberi, proprio come pensieri mentali, e che come tali, non hanno appunto nulla di naturalistico… i soggetti chiamati protagonisti all’interno di questi luoghi mentali sono concepiti… si affermano con un loro senso plastico e trovano una collocazione e una loro vita autonoma…

Renato Valerio (2003)


…nulla sembra più semplice di questa pittura complessa e calcolata. Ma quanto talento e quanto mestiere dietro questa impressione di semplicità: un raffinato repertorio di sogno messo al servizio di una sincerità emotiva, schietta e disarmante, una limpidezza espressiva che chiede alla pittura di non farsi condizionare troppo dalla complessità dell’immagine, perchè si possono anche trascurare i fatti ma non si deve tradire il senso del racconto…

Massimo Bertozzi (2004)


…Nell’aura olimpica che sigilla scene e cose partorite da una mente ispirata e fatalmente votata all’incanto, intriganti preziosismi pittorici intervengono a sostanziare, in nome di lezioni antiche – prima fra tutte quella di Piero della Francesca – il silenzioso manifestarsi di presenze che indovini partecipare una vita esistente in un altro mondo, nel quale stanno architetture di fiaba, alberi antropomorfi, donne minuscole che corrono sulla spiaggia, nipoti di Pablo, e doni della natura, quali frutta e uova. Una diffusa impressione di eterno rabbrividisce tra le onde, piccole, di un mare che evoca nella mente navigazioni leggendarie; al largo, resistono come fantasmi apparizioni di sirene a cullare stelle invisibili che giocano a nascondino con gli angeli del cielo…

Giovanni Faccenda (2008)




CHE GRANDE FESTA

Che grande festa
Per noi stanchi viaggiatori
Della fantasia
Decifrare
I frammenti di questa archeologia
Del cuore
Percorrere
Le mappe segrete
Che indicano le mete del sogno
I sentieri su cui è passato
Il liocorno
Dove ora affiora luccicante
La piccola chiocciola
Della speranza
Ulula l’anubi domestico
Alla luna lontana
Appesa al filo
Di Arianna

Antonio Possenti





POESIA

Lieve
Si dipana
Un filo di speranza

E cade
L’ ultima goccia
Che macchia il pettirosso

Eugenio De Luca





A CLAUDIO CARGIOLLI

A me parvero salire
In alto, queste goccioline
Di conchiglie.
Come fanno i bambini
Appena possono camminare.
E nei dolenti
Segreti
Ecco apparire una
Sedia sbilenca.
Anime che si scontrano,
Nella fretta di
Vivere.
E ti seguo negli incantati
Paradisi, forme che alludono
A chi opera e tace.

Giuseppe Panfietti